iPhone

In arrivo iPhone SE, lo smartphone Apple di gamma media

Secondo alcune indiscrezioni, il 21 di marzo Apple potrebbe presentare iPhone SE (Special Edition), lo smartphone con cui la casa di Cupertino intende catturare l’attenzione della fascia media di mercato. Nel nome non ci sarà quindi il numero 5, come era stato precedentemente ipotizzato. Il nuovo iPhone a prezzo più accessibile (si ipotizza un costo di 500$, da verificare) dovrebbe proporre caratteristiche vicine ai top di gamma: le indiscrezioni in rete parlano di un chip Apple A9, fotocamera iSight da 12 Megapixel, touch ID, supporto a Apple Pay via NFC e funzionalità Hey Siri always-on.

Universal App

Su Xbox One arrivano le Universal App

Il CEO di Microsoft Satya Nadella ha annunciato che le prime Universal App di Windows 10 arriveranno anche su Xbox One, permettendo così di utilizzare la console anche come un piccolo computer, almeno per alcune funzioni. Il concetto di Universal App, infatti, è incentrato sull’idea di realizzare una sorta di ecosistema basato su Windows 10, in grado di girare su dispositivi di anche di natura diversa, consentendo così di avere sempre a disposizione un ambiente familiare per continuare a seguire i propri interessi, indipendentemente dal dispositivo utilizzato. Non è stata annunciata una data precisa di lancio, ma non dovrebbe mancare molto. Tra le prime applicazioni che appariranno sulla dashboard di XboxOne troveremo molto probabilmente Word ed Excel.

ANIE: in Italia 700 mila ascensori “vecchi”

ANIE: in Italia 700 mila ascensori “vecchi”

Sono circa 700 mila gli ascensori installati in Italia prima del 1999 e non dotati delle moderne tecnologie che garantiscono un livello di sicurezza minimo secondo gli standard europei. Sono impianti che effettuano quotidianamente quasi 100milioni di corse. Sono dati diffusi oggi da AssoAscensori e Anacam per spiegare l’urgente necessità per l’Italia di recepire la raccomandazione europea, già attuata in molti Paesi europei ma purtroppo non ancora in Italia, che impone per gli ascensori in funzione prima del 1999 l’adeguamento a standard minimi di sicurezza, contestualmente al recepimento nazionale della cosiddetta Nuova Direttiva Ascensori (2014/33/UE), entro il 19 aprile prossimo.

Il parco ascensori in funzione nel nostro Paese è il più vasto e tra i più vecchi in Europa: circa il 40% degli impianti in funzione ha più di 30 anni e oltre il 60% non è dotato di tecnologie moderne capaci di garantire un livello assoluto di sicurezza agli utenti. Si pensi ad esempio ai sistemi di chiamata d’emergenza, ai sistemi di chiusura delle porta automatiche, al livellamento tra piano e cabina di ascensore.
Stime indicano che sono proprio gli impianti elevatori più vecchi e non rispondenti allo stato dell’arte a causare il maggior numero di incidenti: tra il 2010 e il 2015 si sono verificati 24 infortuni mortali e numerosi infortuni anche gravi che hanno coinvolto gli utenti nell’utilizzo di quello che ad oggi rappresenta il mezzo di trasporto più utilizzato al mondo, con un impatto non noto al pubblico ma sicuramente alle assicurazioni e alle istituzioni pubbliche.
Le conseguenze di malfunzionamento di impianti non adeguati agli standard internazionali hanno un impatto anche su costi sociali e di welfare derivanti dalla cura degli infortuni scaturiti da norme di sicurezza obsolete. La mancanza di ammodernamento degli ascensori con oltre 30 anni di attività, inoltre, rende spesso questo mezzo di trasporto una ulteriore barriera architettonica per le persone con disabilità.

L’Italia è il fanalino di coda nel recepire importanti norme sulla sicurezza che impattano non solo sulla vita degli italiani, ma anche sui conti pubblici” – ha dichiarato il presidente di AssoAscensori e Vice Presidente di ELA (Associazione Europea degli Ascensori) Roberto ZappaE’ urgente che il Governo faccia di tutto per permettere al Paese di allinearsi agli standard europei, proseguendo nel percorso di ammodernamento senza badare a inutili strumentalizzazioni. La sicurezza è sempre un investimento
Si tratta solo di quegli impianti che negli ultimi anni non hanno subito alcun lavoro di manutenzione, a cui comunque anche solo per usura, sarebbero a breve sottoposti” ha dichiarato il Presidente ANACAM (Associazione nazionale imprese di costruzione e manutenzione ascensori)Michele Mazzarda. “Il provvedimento in discussione ha un raggio di attuazione di 4-6 anni quindi non impatta in maniera pesante. Inoltre le spese sono detraibili in virtù del bonus per le riqualificazioni e le ristrutturazioni edilizie. E’ impensabile che con le nuove tecnologie oggi a disposizione un anziano oggi debba inciampare sul gradino dell’ascensore e farsi male o che chi resta intrappolato non sia immediatamente in collegamento con una postazione di soccorso”.

007 Spectre

Spectre – Ventiquattresimo film della saga di 007

Guarda il trailer di SPECTRE.

La morte sfila per le strade di Città del Messico e dietro la maschera di un teschio. In missione per conto di M, la defunta M che gli ha lasciato un video e un incarico spinoso da risolvere, James Bond sventa un attentato e uccide Marco Sciarra, terrorista legato a SPECTRE, una misteriosa organizzazione criminale e tentacolare. Il suo colpo di testa gli aliena Gareth Mallory, il nuovo M alle prese con pressioni politiche e Max Denbigh, membro del governo britannico che non vede l’ora di mandare in pensione i vecchi agenti dell’MI6 e di controllare con tanti occhi le agenzie del mondo. Congedato a tempo (in)determinato, Bond prosegue la sua indagine contro il parere di Mallory e con l’aiuto dei fedeli Q e Moneypenny. Tra un funerale e un inseguimento, una vedova consolabile e una gita in montagna, l’agente 007 stana Mr. White, una vecchia conoscenza con crisi di coscienza e una figlia da salvare. Bond si fa carico di entrambe e protegge Madeleine Swann dagli scagnozzi di SPECTRE, amministrata dal sadico Franz Oberhauser. È lui l’uomo dietro a tutto, è lui il megalomane da eliminare. Madeline la chiave per risalire. Per risalire alla sua nemesi, per risalire il suo tempo perduto.
Con Skyfall la saga di Bond compiva cinquant’anni e stilava un bilancio. Sam Mendes, reclutato tre anni fa a dirigere il passaggio, si interrogava su un ‘corpo usato’ dentro un mondo per cui non era più adatto. Facendo tesoro del Batman di Christopher Nolan, Mendes decostruiva la leggenda e la rifondava procurandole una grotta, affiorandone il trauma e confrontandola con un avversario psicotico. La posta in gioco era una donna, la donna, la M-amma incarnata da Judi Dench. Skyfall riconduceva la serie alle origini, eleganza e humour british, e consolidava Daniel Craig dentro lo smoking dopo Casino Royale, che lo aveva lasciato ‘vedovo’ e inconsolabile e Quantum of Solace, che ne segnava l’avvento. Coerente coi caratteri nevrotici della sua filmografia (Era mio padre, Revolutionary Road), il suo Bond si prende tutto il tempo necessario a scavare la psicologia e alleggerisce il testosterone della serie, disegnando un agente intimo e interrotto di cui convalida la morte e poi la rinascita. Epopea crepuscolare Skyfall sprofondava nelle e ripartiva dalle lande scozzesi, luogo natale di James Bond questa volta alla prese con l’eredità materna (il video di M) per risalire a quella paterna. Per farlo avrà bisogno della sua madeleine, elemento rivelatore impersonato da una donna, la dottoressa Swann di Léa Seydoux, che lo invita a fermare l’azione per pensare e ripensarsi. A sdraiarlo sul lettino provvede invece il villain di Christoph Waltz, precipitato di un passato remoto che ‘vive anche tre volte’ e vorrebbe trattenerlo in un’adolescenza irriducibile affollata di Bond-girl intercambiabili e castranti. Ma il bacio di Madeleine produce il ricordo di un tempo sepolto nella memoria, riemerge alla coscienza, diventa presente e ritrova James a Bond, la saga al cinema. Perché in quel bacio c’è la dichiarazione poetica di Mendes e del suo film proustiano, che cerca e trova il perduto, che esprime le più impalpabili sfumature umane, che riscopre ed esalta, aggiornandoli all’esigenza del momento, la definizione di eroismo, l’originalità della copia, la rutilante presenza dei sentimenti, l’amore per la performance, le traiettorie e la balistica.
Impossibile non vedere nella determinazione dei personaggi a battersi à l’ancienne (Bond e Mallory in cima) una metafora del cinema, che afferma il gusto per l’analogico, l’artigianale, i fondamentali, il campo. Nei Bond di Mendes si affrontano il passato e il mondo contemporaneo alimentando un dibattito vivace e qualche volta contraddittorio. A chi pensa che James Bond non sia (più) buono a nulla, il regista obietta e avanza una rilettura del mito che garantisce il franchise, aderisce alla tradizione e guarda al futuro. Per Mendes Bond è come il nero nella moda, ritorna sempre. Perché il nero non è mai pensiero inespresso ma sintesi di potenza che si addensa disegnando la linea, definendo la silhouette. Quella celebre del tema musicale di ogni Bond-movie, inquadrata dalla soggettiva impossibile della canna della pistola di un ipotetico avversario contro cui Bond spara. Perché lui ha sempre la licenza di uccidere. Oppure no. Come ricorda Gareth Mallory al nuovo arrivato, voyeurinformatico e arrogante. Nero è pure l’inchiostro dell’octopus (simbolo di SPECTRE) e le note con cui Sam Smith scrive sui muri e sui titoli di testa (“Writing’s On The Wall”), nero il buio che ‘solleva’ dietro di lui Franz Oberhauser e il lutto che rielabora Bond dentro la ‘camera verde’ di Mr. White. Luogo fisico e luogo della mente che conserva brani di memoria del protagonista e ne avvia il processo analitico.
Pronto ad accogliere il ritorno emotivo, vivo, presente ma irrimediabilmente passato, l’agente di Fleming affronta il dolore, trova la spinta vitale e spezza l’implacabile coazione a ripetere che determina la struttura complessiva della serie. Su un treno-alcova, lo stesso di Intrigo internazionale, Craig supera il complesso (edipico) e la sessualità primordiale e incestuosa del suo personaggio. Spectre – 007 è un racconto di formazione in chiave freudiana il cui esito finale è la sostituzione della madre con la ‘moglie’, emblematicamente raffigurata dall’avvicendamento delle donne sulla leggendaria Aston Martin. Mezzo di fuga per scampare M in Skyfall, auto a due piazze in Spectre – 007 per inserirlo nel sistema della realtà sociale a fianco di Madeleine.
Blockbuster spettacolare che si dà arie d’autore, popolare, intelligente e integrato in una logica commerciale aggressiva, Spectre – 007 esibisce l’appeal corporeo di Daniel Craig, il suo trionfo virile, il suo incedere fluido che impugna pistole dopo aver aggiustato i gemelli innescando un processo di armonizzazione tra corpo idea e corpo evento. Un corpo che sa rispondere efficacemente ed elegantemente ad ogni sorta di contingenza dentro un film che un incredibile atto di auto-cinefilia alimenta col suo patrimonio.

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Android

8 cose incredibili che si possono fare con smartphone Android

Esistono app e trucchi che, sfruttando caratteristiche dei cellulari ai più sconosciute, consentono di fare cose veramente portentose…

Oggi esistono centinaia di migliaia di app con cui si può fare in pratica di tutto. Si possono consultare giornali e riviste online, ascoltare la radio, fotografare e modificare le foto o ottenere indicazioni stradali e sul traffico. Esistono però app e trucchi che, sfruttando caratteristiche dei cellulari ai più sconosciute, consentono di fare cose veramente portentose.

Ecco le 8 cose più strane e incredibili che forse non sapevate che si potessero fare con il vostro smartphone.

1La fotocamera dello smartphone è in grado di rilevare la luce infrarossa
Le fotocamere dei moderni smartphone sono in grado di rilevare la luce dello spettro degli infrarossi, invisibile a occhio nudo, emessa dai telecomandi. Basta puntare il telecomando alla fotocamera e il gioco è fatto. Ottimo modo per verificare il corretto funzionamento dei comandi a distanza.

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2Lo smarthone può diventare un metal detector
Sembra impossibile ma esiste anche questa app. Si tratta di un’applicazione che permette di utilizzare lo smartphone come un metal detector, il tutto in modo semplice e senza aggiungere hardware al device Android. L’applicazione è in grado di misurare il valore dei campi magnetici utilizzando i sensori magnetici integrati nel dispositivo.

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3Il telefonino Android può generare Bitcoin
Utilizzando app come DroidMiner è possibile generare la famosa criptovaluta, la prima a essere riconosciuta come forma di pagamento da diversi siti Internet.

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4Lo smartphone può tenere sotto controllo il battito del cuore
Con applicazioni come “Cardiografo” è possibile misurare la frequenza del battito cardiaco attraverso l’utilizzo della camera, approccio simile utilizzato dalle apparecchiature mediche professionali.

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5Aiutare la scienza per la lotta contro il cancro
Power Sleep è una sveglia che aiuta la scienza in molto semplice. S’imposta l’orario al quale ci si vuole svegliare e si mette in carica il telefonino. Quando la batteria è completamente carica, l’app sfrutta il processore dello smartphone per svolgere calcoli utili ai ricercatori dell’università di Vienna per la ricerca nella lotta contro il cancro.

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6Il telefonino può tenere lontano le zanzare
Esistono diverse app come No Zanzare e Anti zanzareche emettono un ultrasuono (non udibile dall’orecchio umano) che riproduce il richiamo sessuale del maschio causando repulsione da parte delle zanzare femmine già fecondate, che sono le uniche in grado di pungere.

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7La fotocamera dello smartphone può trasformarsi in un microscopio
Si tratta di un hack che permette di trasformare qualsiasi smartphone in un microscopio. Il trucco è l’aggiunta di un leggero strato di acqua sull’obiettivo della fotocamera che fungerà da lente d’ingrandimento. Poiché l’idea è un po’ rischiosa, si consiglia di provarla solo con un smartphone impermeabile…

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8Leggere i passaporti elettronici
I passaporti di oltre 60 paesi al mondo sono dotati al proprio interno di un chipRFID che rende possibile semplicemente avvicinando il documento d’identità a un moderno smartphone (dotato della stessa tecnologia) visualizzare tantissime informazioni come firma elettronica, foto e dati biometrici. Per far ciò è necessario installare un’applicazione chiamata “NFC Passport Reader”.

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Premium Pass UEFA

Premium lancia pass Uefa Champions League: fino alla Finale a 59 Euro

Dopo la fase a gironi si è entrati nel vivo della competizione con gli ottavi di finale di Uefa Champions League 2015/16. Non perdere le sfide infuocate della fase ad eliminazione diretta con tutte le partitedi Champions League in Tv che saranno visibili su Mediaset Premium.  L’urna di Nyon non è stata benevola con le squadre italiane con la Roma che affronterà il Real Madrid mentre ai bianconeri diAllegri sono toccati i campioni di Germania del Bayern Monaco.

Mediaset Premium lancia per l’occasione il PASS Uefa Champions League 2015/2016 dedicato a tutti i propri clienti ricaricabili: al costo di 59 euro il pacchetto dà accesso alle dirette di tutte le partite della competizione in onda sui canali Premium Sport (anche in HD) dagli ottavi di finale fino alla finale di Milano e agli approfondimenti pre e post partita di ogni evento in programmazione. Ricordiamo che la competizione è già inclusa senza costi aggiuntivi per i clienti in modalità abbonamento con pacchetto Calcio&Sport attivo.

Per acquistarlo sono disponbiili le seguenti modalità:

  • TELEFONO: chiama 800.303.404 da fisso oppure 02.37045045 da cellulare e segui le istruzioni della voce guida
  • SMS: ricarica la tua tessera di almeno 59 euro e invia un SMS al numero 3404336363 digitando il testoCHAMPIONS.numerotessera.
  • WEB: collegarsi a mediasetpremium.it e selezionare ACQUISTA

Non appena effettuata la richiesta di attivazione, l’offerta sarà immediatamente inviata sulla tessera. Per completare l’acquisto dal sito è possibile utilizzare la Carta di Credito, PayPal oppure il credito residuo presente all’interno della tessera (precedentemente ricaricata). Se scegli di pagare con il credito della tessera accertati che questo sia uguale o superiore al prezzo dell’offerta che intendi attivare. Una volta attivata l’offerta, il credito sarà automaticamente scalato. Nel caso in cui il credito fosse insufficiente, l’offerta non sarà attivata.

NOTA BENE: affinché la richiesta di attivazione dell’offerta vada a buon fine, verifica che la tessera sia correttamente inserita nel decoder o nella CAM e sintonizzati su uno dei canali Premium.

Galaxy S7 e S7 Edge

Samsung presenta Galaxy S7 e S7 Edge, rinnovamento tangibile

Design simile all’attuale ma con un profondo rinnovamento tecnico. Così si presentano i nuovi Galaxy S7 ed S7 Edge, gli smartphone “flagship” del produttore coreano presentati al Mobile World Congress di Barcellona

Come da previsione, Samsung ha presentato i prodotti più attesi di questo Mobile World Congress: il Galaxy S7 e la versione dual edge S7 Edge, la cui consegna in Italia è prevista per l’11 Marzo. Non si è trattata di una vera e propria rivoluzione: i modelli di quest’anno offrono miglioramenti tangibili rispetto a quelli dell’anno scorso ma senza tradirne l’impostazione di design. E così, nonostante una migliore integrazione vetro-alluminio, la modifica delle dimensioni di S7 Edge e profili ulteriormente smussati, i due nuovi Galaxy restano perfettamente in linea con quelli dello scorso anno.

Questo non significa che il rinnovamento non sia importante: a parte il classico incremento prestazionale (con un nuovo Exynos, i 4 GB di memoria ecc), il Galaxy S7 Edge cresce fino a 5,5’’ e acquisisce, insieme al fratello “minore” (Galaxy S7, da 5,1’’ di diagonale), la funzionalità Always-on-Display: questo significa che il display, anche in condizioni di stand by resta comunque acceso e mostra alcune informazioni importanti, come data e ora o l’intestazione delle news; può essere utile e di sicuro consuma pochissimo grazie alla tecnologia Super Amoled del display.

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Confermata la risoluzione Quad HD in entrambe le versioni, mentre segnaliamo il gradito ritorno dello slot Micro SD, abilmente occultato all’interno del medesimo “sportellino” della nano SIM. Torna anche l’impermeabilità agli spruzzi d’acqua. I nuovi modelli della serie S7 sono resistenti all’acqua e alla polvere (IP68): anche se non è consigliabile provarlo di persona, Samsung dice che i Galaxy S7 possono starsene a mollo fino a 30 minuti senza subire danni. Le porte dei dispositivi sono sigillate, quindi non c’è più la necessità di avere a loro protezione gli scomodi sportellini di gomma, che spesso con l’uso si rompevano.

Ma le novità più significative sono forse concentrate nella fotocamera: a fronte di una riduzione di risoluzione (si passa da 16 mpixel a 12 mpixel), la fotocamera è molto meno sporgente rispetto alla versione dello scorso anno e ha pixel più grandi, oltre a un gruppo ottico con apertura F1.7 e quindi migliore in termini di resa in condizioni di scarsa luminosità. Samsung dichiara che sui Galaxy S7 grazie al nuovo sensore con pixel molto più larghi ora è possibile captare il 56 per cento di luce in più, quindi con colori più realistici anche in condizioni di scarsa luminosità. A questo si aggiunge un nuovo sistema di lenti che contribuisce a inviare verso il sensore un quarto di luce in più rispetto agli S6. Samsung ha reso anche molto più rapido l’avvio della fotocamera e ha aggiunto alcune funzionalità che di solito si trovano nelle reflex (DSLR).

Ovviamente basati su Android 6.0 Marshmallow, i due nuovi Galaxy potranno contare su personalizzazioni software importanti, soprattutto nella versione Edge, che potrà usare un bordo curvo per notizie, informazioni, più app e notifiche rispetto al passato.

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I nuovi Samsung Galaxy S7 hanno una memoria interna massima di 32 GB (in alcuni paesi Samsung ne commercializzerà anche da 64 GB), ma rispetto alla serie precedente ora, come dicevamo, c’è la possibilità di espanderla aggiungendo una scheda esterna di tipo microSD, una delle cose tradizionalmente più gradite dagli utenti di Samsung. A seconda del paese in cui sono venduti, gli S7 sono dotati di un processore Snapdragon 820 di Qualcomm o di un Exynos realizzato dalla stessa Samsung, per entrambi i modelli ricordiamo la RAM essere da 4 GB. Per caricare i nuovi telefoni c’è una classica porta Micro USB e non una nuova USB Tipo-C, ritenuto il nuovo standard dai principali produttori. Samsung ritiene che sia una tecnologia ancora acerba e ha preferito mantenere il vecchio sistema, evitando problemi di compatibilità con altri dispositivi.

La serie S6 aveva qualche problema con la durata della batteria e per questo Samsung l’ha potenziata per offrire maggiore autonomia. Il Samsung Galaxy S7 ne ha una da 3.000 mAh contro i 2.550 di S6, mentre S7 Edge ne ha una da 3.600 mAh contro i 2.600 del precedente. Semplificando, le batterie sono più grandi e immagazzinano quindi più energia elettrica: Samsung ha inoltre mantenuto i sistemi per la ricarica rapida, che servono per portare la batteria al 30 per cento circa in meno di 15 minuti.

Ma i due Galaxy non sono state le uniche novità dell’Unpacked Samsung 2016: tra queste impossibile non menzionare Gear 360, la prima videocamera consumer Samsung che riprende a 360 gradi ed è pensata per la realtà virtuale. Sì, perché l’idea di Samsung è essere presente sul treno della realtà virtuale sotto ogni aspetto: quello della fruizione dei contenuti tramite Gear VR, quello della condivisione grazie alla partnership con Facebook e anche quello della creazione con Gear 360.

Il prodotto è molto piccolo, compatto, si trasporta facilmente e sembra quasi una pallina da golf: è dotato di connettività bluetooth e integra due videocamere da 15 mpixel l’una con ottica fisheye in grado di catturare tutto ciò che ci circonda. Ha ovviamente uno slot micro SD per la memory card ma anche un pulsante “fisico” superiore con cui scattare fotografie e avviare la ripresa di video. In alternativa (o congiuntamente), il video può essere gestito tramite app, di modo tale da unire in un unico ecosistema la videocamera 360°, lo smartphone e il visore. Che il futuro sia davvero “virtuale”?

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CEI 11-27

I “controlli funzionali” secondo la Norma CEI 11-27 IV edizione

La Norma CEI 11-27 disciplina le operazioni e le attività di lavoro sugli impianti elettrici eserciti a qualunque livello di tensione. In particolare “fornisce le prescrizioni di sicurezza per attività̀ sugli impianti elettrici, ad essi connesse e vicino ad essi”, prescrizioni che “si applicano alle procedure di esercizio, di lavoro e di manutenzione” (Art. 1 “Campo di applicazione”).
La quarta edizione della Norma CEI 11-27, entrata in vigore in via definitiva a Febbraio 2015, dedica ampio spazio ai cosiddetti “controlli funzionali”, che vengono trattati nell’articolo 5.3 nell’ambito della sezione 5 “Procedure per l’esercizio”.

Per controllo funzionale, nel campo di applicazione della Norma CEI 11-27, si intende qualunque operazione o insieme di operazioni volti ad accertare le condizioni di sicurezza per le apparecchiature e per le persone nonché la correttezza dei parametri di esercizio in relazione al funzionamento dell’impianto elettrico. Pertanto, nella categoria “controlli funzionali” rientrano:
Misure (Art. 5.3.1)
Prove (Art. 5.3.2)
Verifiche o ispezioni (Art. 5.3.3)
Queste attività, per loro natura, sono prevalentemente svolte in presenza di rischio elettrico e quindi richiedono le opportune procedure e misure di prevenzione e protezione contro il rischio di contatto elettrico accidentale o di innesco di arco elettrico.
Le premesse comuni per l’esecuzione misure prove e verifiche sono:
– il personale incaricato deve avere la necessaria competenza in termini di esperienza, formazione e informazione in modo da poter valutare e/o riconoscere i rischi connessi alla specifica attività: è chiaro che questo profilo corrisponde alle qualifiche di Persona Esperta (PES) o Persona Avvertita (PAV) in ambito elettrico (1).
– Le operazioni correlate a tali attività possono configurarsi come lavori sotto tensione (ricordiamo che nell’ambito della CEI 11-27 sono previsti solo lavori sotto tensione su sistemi di categoria 0 e I in conformità a quanto previsto dall’art. 82 del D. Lgs. 81) quando l’operatore va intenzionalmente a contatto con le parti attive (2), per esempio per posizionare i puntali di uno strumento di misura: in alcuni casi è richiesta l’attestazione di idoneità allo svolgimento di questo tipo di lavori.
– Tutti gli strumenti e gli accessori impiegati devono essere conformi alle relative norme di prodotto specifiche, in particolare alla serie di norme CEI EN 61557.

(1)PES PAV
Gli acronimi PES e PAV sono ormai molto noti e si riferiscono alle qualifiche di Persona Esperta e Persona Avvertita in ambito elettrico e sono definiti nella norma CEI 11-27. Le qualifiche PES e/o PAV devono essere attribuite dal datore di lavoro, che deve valutare il proprio personale; i requisiti che PES e PAV devono possedere hanno prevalentemente a che fare con la valutazione e la gestione del rischio elettrico. E’ evidente che il grado di istruzione e formazione è un aspetto di primaria importanza; questo deve essere poi supportato dall’esperienza e dalla perizia tecnica dell’operatore. La figura di PES si distingue poiché e chiamata a saper valutare e gestire in completa autonomia il rischio elettrico presente sul luogo di lavoro e a comunicare le opportune istruzioni a eventuali collaboratori con minore esperienza (per es. PAV). Si richiamano le definizioni riportate nella norma CEI 11-27:
“3.2.5 Persona esperta in ambito elettrico (PES): Persona con istruzione, conoscenza ed esperienza rilevanti tali da consentirle di analizzare i rischi e di evitare i pericoli che l’elettricità può creare.”
“3.2.6 Persona avvertita in ambito elettrico (PAV): Persona adeguatamente avvisata da persone esperte per metterla in grado di evitare i pericoli che l’elettricità può creare.”

(2)DLgs 81/08
L’esecuzione dei lavori elettrici sotto tensione in Italia è regolamentata dall’articolo 82 Comma 1 del D.Lgs. 81/08, “TESTO UNICO SULLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO”, che viene qui richiamato:

“E’ vietato eseguire lavori sotto tensione. Tali lavori sono tuttavia consentiti nei casi in cui le tensioni su cui si opera sono di sicurezza, secondo quanto previsto dallo stato della tecnica o quando i lavori sono eseguiti nel rispetto delle seguenti condizioni:
a) le procedure adottate e le attrezzature utilizzate sono conformi ai criteri definiti nelle norme tecniche.
b) per sistemi di categoria 0 e I purché́ l’esecuzione di lavori su parti in tensione sia affidata a lavoratori riconosciuti dal datore di lavoro come idonei per tale attività̀ secondo le indicazioni della pertinente normativa tecnica;
c) per sistemi di II e III categoria purché̀:
– i lavori su parti in tensione siano effettuati da aziende autorizzate, con specifico provvedimento del Ministero del lavoro;
– l’esecuzione di lavori su parti in tensione sia affidata a lavoratori abilitati dal datore di lavoro ai sensi
della pertinente normativa tecnica riconosciuti idonei per tale attività̀.”
La norma CEI 11-27 si applica per quanto indicato alle lettere a) e b) per i sistemi di categoria 0 e I in essa sono contenute le indicazioni circa procedure, DPI e requisiti professionali per l’idoneità a svolgere questo tipo di lavori.
La normativa tecnica specifica per i lavori sotto tensione su sistemi di categoria II e III è la CEI 11-15.

Vediamo ora cosa prevede la norma nei diversi casi:

Misure
Per misura si intende qualunque operazione finalizzata al rilievo dei dati fisici propri dell’impianto elettrico. E’ chiaro che una norma come la CEI 11-27 ponga l’accento su quelle operazioni che implicano la presenza di rischio elettrico focalizzando le procedure necessarie per misure che richiedono l’inserzione diretta su parti attive in tensione (es. rilevazione di presenza tensione) rispetto ad altre comuni misure come la rilevazione della corrente mediante pinza.
La normativa puntualizza quattro casi ben precisi: la formalizzazione può risultare leggermente stucchevole, ma ha sicuramente due aspetti estremamente interessanti:
– i casi sono distinti in funzione del reale rischio a cui l’operatore può essere esposto, semplificando molto l’operatività in quelli più favorevoli (soprattutto in termini di adozione di DPI);
– la trattazione evidenzia come la valutazione dei rischi sia un processo vivo e dinamico, non si esaurisca in asettici documenti e procedure e coinvolga sempre, in ultima istanza, anche l’operatore che può e deve valutare le effettive condizioni di sicurezza sul campo, che possono essere estremamente variabili.

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Caso A: Se la misura a contatto è eseguita su sistemi che garantiscono il grado di protezione IBXXB (impossibilità di accesso con il dito) (3) e i puntali impiegati consentono di mantenere tale grado di protezione anche durante l’esecuzione della misura questa può essere effettuata da PES o PAV senza attestazione di idoneità e senza adozione di alcun DPI specifico per il rischio elettrico. Possibile? Sì, perché bisogna ricordare che qualunque misura di protezione per lavori in presenza di rischio elettrico è finalizzata essenzialmente a evitare:
– contatti accidentali con parti attive pericolose e quindi lo shock elettrico;
– corto circuiti accidentali e quindi l’innesco di archi elettrici.
In questo caso, anche in caso di errore o di accidente, l’operatore non può in alcun modo entrare in contatto con parti attive ed è garantita una sorta di “doppio isolamento” anche in assenza di DPI; il primo isolamento è rappresentato dal puntale e dal suo paramano, il secondo dall’accoppiamento componente-puntale che garantisce in ogni condizione che l’operatore non possa accedere con un dito alle parti attive. Non sussiste quindi il rischio di contatto accidentale e non sono richiesti i guanti isolanti.
Inoltre i puntali, per poter garantire il mantenimento del grado di protezione IPXXB , devono avere terminali metallici di dimensioni estremamente contenute, tali da rendere impossibile che, anche se interposte tra parti a potenziale diverso, le distanze di isolamento ne risultino compromesse con il conseguente innesco di un arco elettrico. Se ne conclude che anche i DPI specifici per la protezione contro l’arco, elmetto con visiera e vestiario, non sono necessari.
In fondo non sussistendo il pericolo di contatto accidentale o di corto circuito accidentale questo tipo di misura non è equiparabile a livello di rischio a un lavoro elettrico sotto tensione a contatto e per questo la Norma non richiede l’attestazione di Idoneità per l’operatore.

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Caso B: Se la misura è eseguita su parti attive con grado di protezione inferiore a IPPXXB o i puntali alterano il grado di protezione del sistema rendendolo inferiore a IPXXB, essa può essere effettuata solo da PES o PAV idonee allo svolgimento di lavori sotto tensione indossando i guanti dielettrici.
Questo perché è presente rischio di contatto diretto accidentale sulle parti attive oggetto del lavoro, cioè su cui l’operatore va intenzionalmente con i puntali. Non sussiste invece il rischio di innesco di arco elettrico poiché l’isolamento è garantito da:
– i puntali, nel caso in cui le parti attive abbiano grado di protezione inferiore a IPXXB (caso in figura)
– dalle protezioni dei componenti dell’impianto nel caso i cui i puntali non garantiscano il mantenimento del grado di protezione IPXXB durante l’esecuzione della misura.
L’attestazione dell’idoneità è necessaria poiché si configura la condizione che definisce un lavoro sotto tensione a contatto e cioè “gli operatori vengono a contatto con parti attive in tensione sia con parti del loro corpo che con attrezzi, equipaggiamenti o dispositivi che vengono maneggiati” (Art. 6.3.1.2, aggiungiamo intenzionalmente)

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Caso C: Se la misura viene eseguita su parti attive protette IPXXB, ma con presenza di parti attive prossime, se la forma e le dimensioni del terminale metallico dei puntali sono trascurabili rispetto alle distanze di isolamento tra parti a potenziale diverso, questa può essere effettuata da PES o PAV senza attestazione di idoneità indossando i guanti isolanti. I guanti in questo caso servono come protezione nei confronti delle parti attive prossime e non per quelle su cui si lavora. Proprio perché il contatto accidentale può avvenire su parti attive prossime, non coinvolte nel lavoro specifico, il rischio è quello proprio di un lavoro in prossimità e per questo l’attestazione di idoneità a svolgere lavori sotto tensione su sistemi di categoria 0 e I non è richiesta.

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Caso D: Se la misura viene fatta su sistemi con grado di protezione inferiore a IPXXB e la forme e le dimensioni dei puntali sono tali da poter compromettere le distanze di isolamento, con conseguente possibile innesco di arco elettrico, l’operatore esegue un’attività che, a livello di rischio, si configura esattamente come un lavoro sotto tensione a contatto. Pertanto le procedure applicabile sono riferite a questi specifici lavori: l’operatore dovrà essere idoneo a svolgere lavori sotto tensione su sistemi di categoria 0 e I e dovrà indossare tutti i DPI specifici (Elmetto con visiera, guanti e vestiario resistente all’arco).

(3)Gradi di protezione
La norma CEI EN 60529 definisce i gradi di protezione degli involucri per uso elettrico. Tali codici sono caratterizzati dalla sigla IP seguita da due cifre di cui la prima identifica la penetrabilità da parte di corpi solidi, mentre la seconda indica la penetrabilità dell’acqua. Siamo abituati a valutare codici tipo IP44, IP66, ecc., che indicano la prestazione dell’involucro in termini di tenuta all’ingresso di agenti estranei potenzialmente dannosi per il corretto funzionamento delle apparecchiature contenute. Esistono però altri codici convenzionali; alcuni, in particolare, hanno a che fare con la sicurezza delle persone e la possibilità di accesso di attrezzi o parti del corpo. Questi codici non hanno lo scopo di quantificare la tenuta ad agenti fisici e quindi le abituali cifre sono sostituite con la lettera X. Viene infine messa un’ulteriore lettera in fondo al codice per definire il livello di protezione equivalente. Avremo quindi:
IPXXA: protezione contro l’accesso della mano (equivalente corpo solido con diametro 50 mm)
IPXXB: protezione contro l’accesso del dito (equivalente corpo solido con diametro 12 mm)
IPXXC: protezione contro l’accesso di un attrezzo (equivalente corpo solido con diametro 2,5 mm)
IPXXD: protezione contro l’accesso di un filo (equivalente corpo solido con diametro 1 mm)

Prove
Le prove comprendono tutte le operazioni che prevedono il controllo dei parametri collegati al corretto esercizio dell’impianto (grandezze elettriche, temperatura, ecc.) incluso il funzionamento dei dispositivi di sicurezza e degli organi meccanici di manovra.
La norma ammette che durante l’esecuzione delle prove possa essere alterato lo stato dell’impianto, non solo mediante la rimozione di involucri e barriere, ma anche variando in modo temporaneo la taratura di dispositivi di protezione o disalimentando o alimentando temporaneamente parti dell’impianto.
Le prove possono essere eseguite:
– su sistemi fuori tensione; si devono seguire le procedure di lavoro fuori tensione, cioè sezionare le parti oggetto di lavoro da tutte le possibili fonti di alimentazione, assicurarsi contro le richiusure intempestive e , quando richiesto mettere a terra e in cortocircuito. Particolare attenzione deve essere fatta nel caso in cui sia necessario rimuovere dispositivi di messa a terra in cortocircuito altrimenti obbligatori.
– Su sistemi sotto tensione per la presenza della normale alimentazione: in questo caso vale quanto ampiamente descritto nel caso delle misure.
– Su sistemi alimentati con specifica sorgente di prova. In questo caso è necessario verificare con cura i sezionamenti, i provvedimenti contro le richiusure e le caratteristiche di isolamento dei punti di separazione tra alimentazione normale e alimentazione di prova per evitare che interferenze tra i due sistemi possano provocare danni alle apparecchiature e soprattutto pericolo per le persone.

Verifiche degli impianti (ispezione)
Le verifiche o ispezioni consistono in un insieme di operazioni volte ad accertare le condizioni di sicurezza degli impianti o in ogni caso i requisiti di conformità alle normative tecniche applicabili.
Sono comprese sia le verifiche iniziali, propedeutiche alla messa in servizio degli impianti, sia le verifiche periodiche che hanno lo scopo di accertare l’insorgere di difetti dovuti all’esercizio che possono compromettere il corretto funzionamento o i requisiti di sicurezza dell’impianto.
Le verifiche possono comprendere oltre a un esame a vista che può essere più o meno approfondito, misure e prove; vale quindi quanto esposto nei paragrafi precedenti.
Vale la pena sottolineare che la Norma richiede che le persone incaricate delle ispezioni siano PES o PAV con esperienza specifica in impianti simili all’oggetto di verifica e che le verifiche siano eseguite con riferimento agli schemi elettrici in conformità a quanto previsto dall’Art. 4.7 della stessa norma e alla legislazione applicabile (DM 37/08, D. Lgs. 81/08).

Conclusioni
Nella quarta edizione della Norma CEI 11-27 i controlli funzionali vengono trattati in modo decisamente più ampio ed esauriente rispetto alle precedenti edizioni. Le novità introdotte, soprattutto per quanto riguarda misure e prove, chiariscono alcuni aspetti decisivi per chi è chiamato a svolgere queste attività sugli impianti elettrici, da una parte semplificando l’operatività dall’altra aumentandone la responsabilità in ragione di un sempre maggiore coinvolgimento nel processo di valutazione del rischio.

Whatsapp

WhatsApp: come sapere con chi chattiamo di più

Una nuova funzione di WhatsApp rivela la quantità di messaggi scambiati con gli altri utenti. Risultato? Una classifica che potrebbe riservare molte sorprese…

A inizio febbraio WhatsApp ha tagliato il traguardo di un miliardo di utenti: questo che ne fa il sistema di messaggistica più diffuso e usato al mondo. Ma come lo usiamo?

Nell’epoca dei big data anche WhatsApp ha le sue statistiche da mostrare agli utenti. C’è una funzione poco nota che permette di sapere, per esempio, quanti messaggi scriviamo e chi sono le persone con cui chattiamo di più. Per ora è accessibile solo dall’iPhone (aggiornato con iOS 9), presto lo sarà anche dagli altri  cellulari.

Funziona così: una volta aperta l’app di Whatsapp, bisogna cliccare sulla rotella in basso a destra e accedere alle Impostazioni. Poi dalla voce Account, a seguire, si clicca su Utilizzo archivio e suMessaggi per scoprire quanti messaggi abbiamo scambiato su Whatsapp da quando è installato sul nostro telefono e, contatto per contatto, chi sono le persone con cui abbiamo chattato di più. La classifica potrebbe riservare qualche sorpresa.

Ma accanto a Messaggi c’è anche l’opzione Dimensione per scoprire la quantità di dati scambiati con i nostri contatti. Non è detto che le due classifiche combacino: nel secondo caso fanno infatti fede le dimensioni dei file scambiati, tipo video e foto. E c’è chi dice che questa piccola, innocua funzione potrebbe essere un modo facile per scoprire i fedifraghi.

Serif

TV Samsung, arriva in Italia la serie Serif

Dopo la presentazione in occasione del Festival del Design di Londra a settembre, il mese prossimo potremo trovare anche in Italia la nuova serie di TV Samsung, chiamata “Serif”, dal look rétro e decisamente fuori dal comune, frutto della collaborazione voluta da Kang Yun Je Senior, Vice President di Samsung con i famosi designer Ronan e Erwan Bouroullec. I tre modelli Serif prendono il nome e le forme dal carattere “I” con grazie (in inglese serif). Infatti il profilo dei nuovi televisori ricorda la sagoma di una “I” maiuscola, con la parte superiore che forma una specie di mensola, mentre la parte inferiore forma la base di appoggio. È inoltre possibile aggiungere delle piccole gambe in modo che il televisore può essere spostato e posizionato ovunque. Le Serif presentano anche un’interfaccia aggiornata che permette di trasformare la TV in un sistema audio bluetooth. La nuova serie è composta da tre modelli: Serif TV e Serif TV Medium, disponibili nei colori Bianco e Blu scuro, e la versione Serif TV Mini nelle colorazioni Bianco e Rosso. Il primo modello monta un pannello UltraHD da 40″, il secondo modello monta invece un Full HD da 32″, seguito dal 24″ HD nella versione Mini che non prevede la base di appoggio a quattro gambe. TV con retroilluminazione Micro dimming nei modelli più grandi con un pannello Ultra Clear e tecnologia Purcolour sulla versione da 40 pollici.