Impianti elettrici industriali: come progettarli e realizzarli in sicurezza
Realizzare di un impianto elettrico industriale è un’attività più complessa, rispetto a quella di un impianto elettrico civile.
Questo sia per la presenza di macchinari più complessi, sia per le rigide norme in merito. Per questo motivo deve essere progettato ed eseguito da personale esperto e complicato.
In questa guida, pensata per chi desidera informarsi in merito, abbiamo raccolto alcune indicazioni utili per la progettazione, sulla realizzazione e sulle norme che regolano tale attività.
I materiali
Un impianto industriale, come per altri impianti, deve essere progettato per poter durare a lungo. Per questo motivo è necessario che vengano utilizzati materiali di qualità. Un consiglio è quello di preferire prodotti che abbiano il marchio IMQ (l’Istituto italiano del marchio di qualità che dal 1951 effettua certificazioni sulla qualità dei prodotti, sottoponendoli a rigorosi e continui controlli). Ogni prodotto dovrà inoltre avere allegato il certificato di conformità dell’azienda costruttrice.
Protezione
Nella progettazione di un impianto elettrico industriale è necessario tenere presente che va garantita la massima protezione delle persone dai contatti diretti ed indiretti. Quindi è obbligatorio che vengano fissate le coperture e le barriere sulle parti attive e che abbiano una buona resistenza all’usura ed alle condizioni ambientali, garantendo quindi una buona durata nel tempo. Quando una barriera risulta usurata o logora deve essere sostituendo togliendo prima la corrente.
Sempre per quel che riguarda la sicurezza in particolare la norma generale CEI 64-8, in vigore dal 2012, prevede la presenza di interruttori differenziali (o salvavita).L’interruttore differenzial è un dispositivo di sicurezza in grado di interrompere il flusso elettrico di energia in un circuito in caso di guasto verso terra (dispersione elettrica) o folgorazione fase-terra, offrendo protezione anche verso macroshock elettrico. Perché le persone siano invece protette dai contatti indiretti è necessario che la messa a terra sia collegata alle parti metalliche dell’impianto tramite conduttori di protezione.
Tubi e cavi
Tubi e cavi vanno posati con cura, in modo che siano protetti dal rischio di urti accidentali, in luoghi ventilati. Devono essere realizzati in materiale ignifugo e di dimensioni sufficienti da poter permettere di infilare e sfilare i cavi senza difficoltà. Il diametro minimo è di 20 mm. Nel caso in cui i tubi vengano installai a vista è buona regola che vengano fissati con tasselli robusti ad espansione.
Ovviamente anche i cavi è necessario che siano realizzati con materiale ignifugo e devono poter sopportare tensioni di 450/750V. Devono avere un diametro di 2,5 mm2 per i conduttori di macchine motori o prese, di 1,5 mm2 per gli impianti di illuminazone e di 1 mm2 per gli impianti di comando.
Scatola di derivazione
La scatola di derivazione è l’alloggio in cui si trova un punto di ripartizione (derivazione) di linea/e secondaria/e da quella primaria in cui deve avvenire un cambio di direzione. Per fare un esempio: in una casa civile la linea principale che va dall’interruttore principale d’ingresso e che raggiunge tutte le varie stanze, in certi punti sarà dotata di derivazioni per inviare la corrente alle varie utenze della stanza (prese e luci), tali derivazioni si dipartono da pozzetti di linea chiusi da un coperchio.
In un impianto industriale le scatole di derivazione vanno usate ogni qual volta che si fa una derivazione della linea o qualora le dimensioni e la lunghezza dei tubi la richiedano. Nel caso in cui siano interrotti i cavi che passano nelle scatole di derivazione devono essere allacciati a morsetti che abbiano dimensioni adeguare. E’ molto importante che i cavi nelle scatole siano ordinati per circuito e che sia facile infilarli o sfilarli.
Quadri, prese e spine
Per quel che riguarda i quadri esterni è necessario che la protezione minima sia IP55. Il codice IP è un codice internazionale che valuta il grado di protezione dei prodotti. Nel codice la prima cifra indica il grado di protezione contro la penetrazione di corpi solidi esterni. La seconda cifra invece indica il grado di protezione contro la penetrazione di liquidi. In questo caso quindi è necessario che forniscano protezione contro getti d’acqua e le polveri. I quadri inoltre dovranno essere realizzati in materiale autoestinguente e con sistema di chiusura tramite un apposito attrezzo.
Le prese e le spine dovranno essere adeguate per l’uso industriale. Interruttori, prese e comandi dovranno essere fissati in scatole portafrutti realizzati in materiale ignifugo e che abbia un grado di protezione IPXXB, cioè con parti attive inaccessibili al dito di prova.
Norme di riferimento
Per la realizzazione di un impianto elettrico industriale è bene tenere presenti le norme in vigore:
- la già citata norma CEI 64-08;
- la legge 186/68– “tutti i materiali, le apparecchiature, i macchinari, le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici devono essere realizzati e costruiti a regola d’arte”;
- il DL 37/08 sulle norme per la sicurezza degli impianti;
- il DL 81/08, sulla sicurezza dei luoghi di lavoro;
- la legge 791/77, sulla responsabilità del costruttore.
Verifiche dell’impianto.
Per ciò che riguarda le verifiche degli impianti elettrici industriali, che possono essere iniziali o periodiche, sono effettuate da organismi super partes, cioè che nulla hanno a che fare né con la committenza né con l’esecutore e sono regolate dalla norma CEI 64-8.
Le verifiche iniziali sono le verifiche necessarie per poter ottenere la dichiarazione di conformità dell’impianto.
Le verifiche periodiche invece attestano il corretto funzionamento dell’impianto e di tutte le sue parti e la sua sicurezza, secondo il DPR462/02. Esse vanno effettuate ogni due o cinque anni.
Tutti gli impianti elettrici, che siano industriali o domestici, sono delle attrezzature estremamente delicate. Per questo motivo è necessario che siano progettati e realizzati con cura e da personale esperto.
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