come realizzare un impianto per la ricezione delle trasmissioni TV digitali terrestri
La realizzazione di un impianto per la ricezione delle trasmissioni televisive digitali via terra DVBT (Digital Video Brodcasting Terrestrial) è una esecuzione scrupolosa e che richiede una attenta progettazione
Per il segnale televisivo digitale è molto importante la qualità di ricezione del segnale piuttosto che la quantità, questo perché l’informazione logica durante tutto il tragitto dalla produzione fino all’ingresso del televisore deve essere di qualità sufficiente per essere riconosciuta dal sistema di decodifica; in questo caso il segnale è correttamente ricostruito e visibile. Se, invece, la qualità del segnale risulta particolarmente deteriorata, l’immagine non può essere elaborata e pertanto non è possibile vedere alcuna immagine.
Quindi a differenza delle trasmissioni analogiche con il digitale terrestre o avremo un’immagine di ottima qualità oppure non avremo alcuna immagine. Per questi motivi consigliamo sempre di rivolgersi sempre ad antennisti esperti, ma abbiamo comunque creato questa breve guida con alcuni consigli per quel che riguarda la scelta e l’installazione dell’antenna.
Il fissaggio dell’antenna
É sempre opportuno valutare la zona in cui va installato l’impianto. Questo sia per valutare la qualità del segnale, sia per valutare il fissaggio dell’antenna, se tramite palo o altri supporti.
Per quel che riguarda il palo in nostro consiglio è di usare pali telescopici a caldo. Questo perché sono più sicuri e versatili rispetto a quelli componibili.
Nel caso in cui ci sia una situazione più critica e sia necessario elevare l’antenna il più possibile i pali telescopici consentono un prolungamento sino ad 9 metri, mentre la zincatura a caldo rende il palo più resistente agli agenti atmosferici consentendo una maggiore durata dell’impianto.
Altro importante aspetto di cui tener conto nella scelta del supporto è il Momento Flettente Complessivo che si determina dopo aver ancorato le antenne sul palo. Questo valore è espresso in chilogrammi per metro (Kg.m) o in Newton per metro (N.m). Si calcola moltiplicando l’altezza della base con un dato generalmente presente nelle schede tecniche delle antenne, ossia il Carico del Vento, che viene espresso in chilogrammi (Kg) o in Newton (N; 1N = 0,102 Kg).
Facciamo un esempio con dati puramente fittizi:
Antenna 1
- carico del vento: 3 Kg (da scheda tecnica)
- altezza dalla base: 3 m
- Momento Flettente 1 = 3 Kg X 3 m = 9 Kg.m
Antenna 2
- carico del vento: 4 Kg (da scheda tecnica)
- altezza dalla base: 4 m
- Momento Flettente 2 = 4 Kg X 4 m = 16 Kg.m
- Momento Flettente Complessivo = 9 Kg.m + 16 Kg.m = 25 Kg.m
Il carico che viene riportato sulle schede tecniche delle antenne in commercio è un valore calcolato nell’ipotesi di un vento che abbia una velocità di circa 120 Km/h. Il nostro consiglio pertanto è che venga sempre considerato un margine di sicurezza nell’eventualità che si possano verificare raffiche anche di velocità maggiore.
E’ possibile fissare il palo dell’antenna ad una ringhiera o ad un muro. Di conseguenza è necessario scegliere la soluzione migliore in base alle possibilità che troveremo nel nostro sopralluogo. Qualora decidessimo di fissare il nostro palo ad una ringhiera potremo utilizzare dei ganci e, se possibile, sarebbe opportuno fare dei fori alla ringhiera in modo da ottenere un fissaggio il più stabile possibile.
Se invece optiamo per l’ancoraggio a muro possiamo scegliere tra alcune soluzioni:
- zanca ad espansione, disponibile in varie lunghezze ed applicabile direttamente al muro con dei tasselli;
- zanca emilia, applicabile alla parete tramite dei tasselli. Rispetto alla zanca ad espansione offre una maggiore stabilità,
E’ possibile, utilizzando una ralla tris da cui partono tre tiranti metallici che vanno fissati in tre punti del tetto a formare un triangolo, stabilizzare maggiormente il palo dell’antenna.
Quali antenne utilizzare?
Numerose sono le antenne disponibili in commercio, ed ognuna risponde ad esigenze diverse e pertanto ha caratteristiche e specifiche distinte. E’ necessario pertanto valutare con un sopralluogo lo stato del segnale sulla gamma delle frequenze in modo da poter scegliere in maniera accurata. Ma quali sono le caratteristiche da considerare?
Guadagno
Il guadagno è espresso in dB ed indica la capacità dell’antenna di trasformare il segnale elettromagnetico in un segnale elettrico convogliabile sul connettore di uscita. Il suo valore cambia a seconda della frequenza di riferimento. In parole povere indica quanto l’antenna è “potente” nel ricevere il segnale. Quindi maggiore è il guadagno maggiore sarà la capacità dell’antenna di concentrare il campo magnetico in una determinata direzione. La variazione del guadagno in funzione della direzione di provenienza del segnale è ricavabile dai diagrammi di radiazione forniti dal costruttore.
Rapporto avanti/indietro
Il rapporto tra il guadagno misurato nella direzione di massima ricezione e quello misurato ruotando l’antenna di 180° viene chiamato “rapporto avanti/indietro”. E’ espresso in dB ed è un parametro che dipende esclusivamente dalle caratteristiche fisiche dell’antenna. Indica quanto l’antenna riesce ad attenuare eventuali disturbi provenienti dalla direzione opposta a quella di massima ricezione, insieme all’angolo di apertura descrive il grado di direttività dell’antenna.
Polarizzazione
La polarizzazione può essere orizzontale o verticale. Questo termine si riferisce all’orientamento rispetto all’orizzonte del piano su cui varia il vettore di campo elettrico relativo alla trasmissione radio. Esso cioè rappresenta il piano di propagazione del segnale fissato dall’emittente. Tutte le antenne possono essere installate in posizione sia orizzontale che verticale, a seconda delle necessità.
Angolo di Apertura
L’angolo di apertura è l’angolo formato dalle due direzioni (sinistra e destra rispetto alla direzione di massima ricezione o trasmissione) corrispondenti ad una diminuzione del segnale di 3 dB in potenza, 6 dB in tensione. Per fare un esempio: direzione 275° segnale massimo 80dBμV, direzione 290° segnale 74dBμV, direzione 260° segnale 74dBμV, angolo di apertura dell’antenna 290-260 = 30°.
Numero di elementi
Il numero di elementi è strettamente legata alla conformazione fisica dell’antenna e ne determina le dimensioni. Nelle antenne di tipo Yagi dal numero di elementi dipendono sia il guadagno che il grado di direttività.
Presa sul vento
La presa o carico del vento è un valore espresso in kilogrammi (Kg) o in Newton (N) ed esprime la resistenza che l’antenna presenta al vento. E’ un valore indispensabile per determinare il dimensionamento del palo e di eventuali sistemi di controventatura (strallaggio).
Categorie di Antenne
Le antenne sono progettate a seconda delle bande di frequenza che sono destinate a ricevere, cioè la Banda III per quel che riguarda i canali VHF e le Bande IV e V per quel che riguarda i canali in UHF.
VHF
Banda III, frequenza 174-230 MHz, 8 canali D(5), E6 (6), E7 (7), E8 (8), E9 (9), H (10), H1 (11), H2 (12);
UHF
Banda IV, frequenza 470-598 MHz, 16 canali dal 21 al 36;
Banda V, frequenza 598-862 MHz, 33 canali dal 37 al 69.
Ogni banda ha un range di frequenza all’interno del quale si trova un numero definito di canali. E’ bene però sottolineare che il circoscritto numero di canali a disposizione (57 in tutto) non rappresenta più un limite così restrittivo grazie all’avvento delle trasmissioni digitali. Grazie alla trasmissione digitale infatti ora al singolo canale è associato un bouquet di emittenti con la conseguente possibilità di moltiplicare l’offerta tematica.
Le antenne possono essere in grado di ricevere l’intero spettro delle frequenze trasmesse, antenne capaci di ricevere una sola banda od un gruppo di bande od antenne capaci di ricevere un solo canale od un gruppo di canali. Semplificando esistono 3 tipi di categorie di antenne: Yagi, a pannello e logaritmiche.
Antenne Yagi
Le antenne Yagi, solitamente la classe di antenne più utilizzate negli impianti tv. Solitamente questa tipologia è quella che offre la maggior potenza in termini di guadagno ed è la più versatile, questo perché presenta più direttori che dipartono dal dipolo e si prolungano in successione.
Per i segnali in VHF il guadagno medio solitamente va dagli 8 ai 12 dB ed i modelli sono:
– A larga banda (o universali), ossia in grado di ricoprire tutte le frequenze della Banda III
– Monocanale, per il trattamento specifico di singoli canali la cui ricezione sia particolarmente difficoltosa
Per i segnali in UHF sono invece disponibili modelli:
– A larga banda, in grado di ricevere simultaneamente i canali della Banda IV e della Banda V
– Semigamma che sono dedicate o alle frequenze della Banda IV od alle frequenze della Banda V
– A banda stretta, che vengono utilizzate per il trattamento di gruppi di canali che appartengono alla stessa banda la cui ricezione risulta bassa.
Sono disponibili anche antenne Yagi combinate che consentono la ricezione in contemporanea di segnali in VHF e UHF, garantendo alte prestazioni e con un ingombro decisamente più ridotto.
Antenne a Pannello
Le antenne a pannello hanno un guadagno più ridotto rispetto alle antenne Yagi e solitamente sono utilizzate per la ricezione dei canali UHF e per le zone in cui i segnali dei ripetitori provengono da diverse direzioni.
Antenne Logaritmiche
Le antenne logaritmiche garantiscono un guadagno costante su tutta la gamma delle frequenze. Sono costituite da una serie di dipoli in successione tutti alimentati. Il dipolo più lungo posto alla base dell’antenna (nei pressi del gancio) è deputato alla ricezione della frequenza più bassa, mentre quello più corto situato all’estremità superiore (nei pressi del morsetto per il cavo) definisce la frequenza più alta.
Questa tipologia di antenne può ricevere contemporaneamente le frequenze distribuite su tutte e tre le bande, con un guadagno medio che va tra gli 8 ed 10 dB.
Quale antenna scegliere?
In molti casi non si può migliorare o aumentare la ricezione di un’antenna semplicemente installando un amplificatore con un livello di uscita elevato, pertanto è bene scegliere l’antenna idonea e con i giusti livelli di guadagno e di ricezione. Pertanto nella scelta dell’antenna bisogna considerare:
- quale potenza di segnale serve nelle varie frequenze;
- la polarizzazione dei canali trasmessi;
- il grado di rumorosità del segnale;
- da quale o quali direzioni proviene il segnale;
- il numero di prese da realizzare.
Per un corretto impianto sarà poi necessario valutare anche altri elementi altrettanto importanti, come quale centralino o amplificatore scegliere.
Perchè installare un impianto di ricezione satellitare
Il passaggio al digitale terrestre è stato importante, ma può capitare – in alcune zone – di avere problemi nella ricezione del segnale.
Una soluzione a questo problema è l’installazione di impianti satellitari, in modo da poter utilizzare piattaforme che consentono la visione dei canali Mediaset e Rai, ad esempio la piattaforma TivùSat, o eventualmente abbonarsi ai pacchetti di Sky
In alcune situazioni in cui ce ne sia necessità o, magari, per aumentare la disponibilità di canali e contenuti è possibile affiancare al proprio impianto TV digitale terrestre un impianto di ricezione satellitare.
Se si abita in un condominio ricordiamo che è necessaria l’autorizzazione dell’assemblea. Nel caso del condominio inoltre suggeriamo l’installazione di un impianto centralizzato. Qualora fossero presenti delle parabole tra l’altro richiedendone la sostituzione con un impianto satellitare condominiale centralizzato si può accedere alle agevolazioni fiscali, che per il 2018 arrivano fino al 50%. In caso si abiti in un appartamento singolo o non sia possibile montare un impianto centralizzato ovviamente si procederà con l’installazione di un impianto singolo.
Componenti per un impianto TV Satellitare
Un impianto satellitare è composto da pochi elementi:
- Antenna Parabolica
- LNB (convertitore)
- Cavo coassiale con presa F
Antenna parabolica
Una antenna parabolica altro non è che un disco a forma di parabola.
Deve essere puntato in direzione del satellite per poter ricevere il loro segnale che viene “focalizzato” dal convertitore collegato alla parabola, L’LNB. Le attuali antenne sono denominate “offset”, costituita da un riflettore (il disco appunto) solitamente realizzato in alluminio, ma che può essere realizzato anche in materiale plastico.
La sua forma e l’utilizzo del materiale riflettente servono a convogliare il segnale del satellite verso il suo fuoco, che solitamente non è in corrispondenza del centro della parabola, dove Si tratta della tradizionale parabola che viene puntata verso i satelliti per ricevere i loro segnale che viene “focalizzato” verso LNB che convertirà il segnale ricevuto.
Le parabole hanno varie dimensioni, solitamente in commercio si trovano con diametri da 60 cm, 80 cm, 100 cm o 120 cm. La dimensione dipende dalla qualità del segnale che si può ricevere per cui per la corretta dimensione è meglio farsi consigliare dall’antennista di fiducia. Per un disco da 60 cm il costo parte da circa 20 euro.
Queste possono essere fissate a parete, ad un palo o a d una ringhiera tramite delle apposite staffe. Le staffe hanno un prezzo variabile a seconda della posizione in cui vanno fissate, a partire da 20 euro.
LNB (convertitore per parabola satellitare)
Il Low noise block converter (o LNB) è il blocco convertitore a basso rumore, è collocato nel fuoco dell’antenna parabolica ricevente e serve a raccogliere il segnale dei satelliti che viene riflesso tramite la parabola, lo amplifica, lo converte e lo manda al decoder della TV tramite il cavo coassiale. Il blocco LNB è un componente attivo e pertanto necessita di una alimentazione elettrica, in genere tra i 13V ed i 18V.
Esistono varie versioni di LNB. Si possono avere LNB Dual Feed, oramai poco utilizzati, necessari ad esempio per la ricezione di due satelliti diversi. Esistono LNB con più uscite (2, 4 o 8) che consentono di collegare più decoder alla stessa parabola. Nel caso ad esempio si voglia poter usufruire del decoder di Sky MySky HD si installa un LNB a due prese. Esiste anche la possibilità in questo caso specifico di usare anche l’LNB SCR. Questi sono LNB ad uscita singola che consentono di gestire indipendentemente diversi segnali in maniera analoga ad una installazione di una parabola satellitare centralizzata di un codominio.
Qualora ci trovassimo a dover effettuare una installazione di un impianto satellitare condominiale è consigliabile utilizzare degli LNB con uscite multiple per le varie calate negli appartamenti del condominio.
Per scegliere il giusto LNB quindi è bene valutare se si tratta di un impianto singolo, centralizzato e con o senza SCR.
Solitamente per un LNB singolo si parte da un costo di 5 euro
Cavo coassiale con presa F
Dall’LNB parte infine il cavo che arriva al decoder satellitare. Il cavo è il cavo tv coassiale. il prezzo per una bobina di 100 metri di cavo coassiale parte da 36€ in su, e varia in base alla qualità ed al diametro del cavo utilizzato. E’ buona regola, per evitare dispersioni di segnale, non unire mai più segmenti di cavo.
La presa F è la classica presa per antenna satellitare che va inserita nel decoder e serve per poter far arrivare il segnale dalla parabola da decodificare e mandare alla TV. Il prezzo di una presa F è irrisorio rispetto al prezzo dell’impianto.
E’ possibile aggiungere vari filtri qualora si necessario, anche questi hanno costi irrisori e si possono valutare con l’antennista di fiducia.
Quanto costa l’installazione di un impianto satellitare?
Come si vede dai costi segnalati il costo maggiore per un impianto satellitare è dovuto al costo del tecnico. Questo perché l’antennista deve occuparsi del montaggio e del fissaggio dell’antenna, occuparsi della stesura dei cavi dalla parabola all’appartamento e del puntamento della parabola.
Ovviamente anche il posto in cui va fissata la parabola incide sul costo dell’installazione. Un posto facilmente raggiungibile come un tetto od un balcone avrà sicuramente costi minori rispetto a posti più complicati.