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Soraa annuncia Helia: la lampadina che replica la luce naturale del giorno
Soraa, azienda americana con sede a Freemont (California), leader mondiale della tecnologia LED Gan-on-Gan (lampade con una resa cromatica e caratteristiche dal fascio di luce superiori alle normali lampade LED) ha portato al CES 2017 di Las Vegas la nuova lampadina intelligente Helia, con cui fa ufficialmente il suo ingresso nel mercato consumer.
Helia è un prodotto che sta a metà strada tra i prodotti smart home e quelli per la salute. Questo perchè combina la possibilità di collegarsi, grazie alla tecnologia HomePlug Green Phy, alla rete elettrica di casa utilizzandola come se fosse una rete Ethernet per lo scambio di dati, senza necessitare di una rete WiFi, ad una illuminazione a LED che si adatta alla luce emessa all’ora del giorno.
Una volta scaricata dal Play Store l’app specifica e settata la lampada, Helia si adatterà replicando i tempi e lo spettro visivo della luce solare naturale. Ad esempio al mattino avremo una maggiore illuminazione più tendente al colore blu che consentirebbe un risveglio migliore, durante la giornata invece avremo una luce più calda, mentre la sera, grazie alla tecnologia brevettata BlueFree, verrà eliminata completamente la luce blu mantenendo una luce di colore bianco soft. E proprio l’eliminazione del blu, utilizzando invece una luce violetta, consentirebbe di evitare molti disturbi del sonno.
Ma come dicevamo sono anche lampadine “smart”, in grado di dialogare con le altre lampadine intelligenti tramite la rete elettrica. Ma non solo. All’interno della lampadina trova posto il sensore Smart Snap. Questo è in grado di rilevare se uno spazio è occupato o vuoto, oppure regolare automaticamente la luminosità nel corso della giornata grazie ai suoi sensori ambientali in base all’ora ed alle condizioni atmosferiche. E’ dotato di una tecnologia auto-apprendente, che gli consente quindi di imparare le nostre abitudini, consentendoci ad esempio di accendere luci più tenui se andiamo di notte nel bagno.
Per il futuro potrebbero essere presentati nuovi sensori per poter migliorare ed espandere le applicazioni e l’utilizzo della lampadina.
L’uscita sul mercato è prevista per la primavera ad un prezzo di 49,95 dollari.
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Zuckerberg annuncia Jarvis: il nuovo assistente personale con la voce di Morgan Freeman
Dopo un anno di lavoro il fondatore di Facebook ha presentato il suo nuovo maggiordomo virtuale: JARVIS, una intelligenza artificiale con la voce di Morgan Freeman, in grado di fare cose incredibili come il maggiordomo di Iron Man.
Mark Zuckerberg ha svelato Jarvis, una Intelligenza Artificiale in grado di gestire e controllare le apparecchiature della casa, proprio come fa il famoso maggiordomo di Iron Man da cui prende il nome, ed a cui l’attore premio Oscar Morgan Freeman presterà la voce. Questo secondo Zuckerberg potrebbe garantire alla domotica ed ai dispositivi smart un balzo in avanti generazionale.
In realtà al momento Jarvis non sembra avere in verità le caratteristiche così superiori rispetto a quelli di Google (Home) o di Amazon (Echo). Ma l’ambizioso progetto del fondatore di Facebook è quello di poter far sviluppare alla sua A.I. una capacità di auto-apprendimento evitando così l’insegnamento manuale, il “maggiordomo” quindi imparerà da solo le nuove abilità che possono essergli utile nella gestione della domotica di casa, capacità che, secondo lui, nel giro di una decade le future I.A. potranno realmente avere.
E proprio sulla pagina Facebook di Jarvis, Zuckerberg ha raccontato la sfida, i propositi, le sue emozioni, i dettagli tecnici di questo progetto ed anche le problematiche avute.
Internet of Things: la rivoluzione degli oggetti connessi
Negli ultimi tempi si sente spesso parlare di Internet of Things in tutti gli ambiti e soprattutto nel settore del condizionamento. Si moltiplicano, infatti, le notizie di aziende che puntano a prodotti e soluzioni basate su questa tecnologia sia in ambito consumer sia in applicazioni commerciali e industriali.
Nel caso di soluzioni consumer si tratta principalmente di offrire agli utenti la possibilità di regolare da remoto i sistemi di condizionamento attraverso App utilizzabili da tablet e smartphone.
Nel caso, invece, di applicazioni industriali si tratta di piattaforme che aiutano i facility manager a mantenere le attrezzature in uno status di perfetta efficienza o a diminuirne l’impatto energetico e permettono ai gestori di impianti a monitorare e controllare tutti i sistemi installati all’interno dell’edificio.
I vantaggi effettivi che questa rivoluzione tecnologica può offrire riguardano principalmente l’efficienza energetica, la manutenzione predittiva e la gestione degli impianti.
Con il termine di Internet of Things si indicano principalmente tutti quegli oggetti connessi in grado di semplificare automatizzando processi e mettendo a disposizione informazioni.
Attualmente gli ambiti – dove è maggiormente diffusa questa tecnologia – sono legati all’energia con i cosiddetti smart meter e al mondo dei veicoli elettrici.
Ma le possibilità sono infinite poiché gli oggetti in grado di comunicare e dialogare sono tantissimi, ad esempio sensori in grado di ottimizzare i flussi del traffico oppure di individuare la presenza di ostacoli, soluzioni che individuano sprechi e guasti…
Se pensiamo al mondo della climatizzazione e del riscaldamento, la nascita dei termostati intelligenti ha permesso di migliorare il comfort, semplificare la vita e soprattutto di efficientare gli edifici. I termostati smart sono, infatti, in grado di adattarsi alle esigenze dell’utente e permettono di risparmiare anche il 20% di energia.
Grazie a una semplice App è possibile accendere, spegnere e regolare l’aria condizionata attraverso una programmazione user-friendly e intuitiva.
In termini di sostenibilità si possono ottenere risparmi energetici e avere anche i dati concreti di occupazione dell’edificio, collegando ad esempio a sensori tutte le luci di un edificio per ufficio.
Da tutto questo si evince che l’Internet of Things non è il futuro, ma è la realtà nella quale stiamo vivendo, è solo necessario rendere l’utente più consapevole.
MyHome_Web, la domotica secondo BTicino
Il portale MyHome_Web offre servizi innovativi per tutti i clienti che hanno un’abitazione equipaggiata con un impianto domotico BTicino. Attraverso una connessione internet, da personal computer, smartphone o tablet, l’utilizzatore può monitorare e gestire l’impianto a distanza. Il padrone di casa, o chiunque sia abilitato al servizio, è in grado di verificare se sono state dimenticate luci accese o tapparelle alzate, se occorre accendere la caldaia o il condizionatore, oppure visualizzare le immagini delle telecamere.
Proprio come avviene con un portale di home banking – e con la stessa sicurezza, affidabilità e professionalità – il servizio MyHome_Web consente di accedere a distanza all’impianto domotico dell’abitazione. E’ infatti sufficiente accedere al sito web www.myhome-bticino.it tramite PC o, con la nuova app MyHome_Web, anche tramite smartphone o tablet.
L’App MyHome_Web
L’App è stata progettata per gestire e monitorare l’abitazione in sicurezza da remoto, per questo si connette sempre passando tramite il portale che dispone delle opportune protezioni contro gli accessi indesiderati. Non è necessario configurare l’App sul dispositivo, una volta collegati al portale MyHome_web, basta inserire User e Password.
Non ci sono limiti sul numero di App installabili, le stesse credenziali di accesso al portale relative al medesimo impianto possono essere utilizzate su più dispositivi mobili (ad esempio sugli smartphone di moglie e marito, o su smartphone, tablet e PC contemporaneamente).
L’App è disponibile gratuitamente per dispositivi Apple e Android sui rispettivi store digitali.
Per mettere in comunicazione l’abitazione, attraverso una connessione sicura, con i dispostivi elettronici (PC, Tablet, Smartphone), l’impianto MyHome deve essere fornito di un Web server standard F454, con versione firmare aggiornata e registrato a cura dell’installatore sul portale MyHome_Web. Il cliente può controllare tutte le funzioni della domotica BTicino effettivamente presenti nell’impianto e attivate sul portale, come illuminazione, automazioni, scenari, termoregolazione, gestione e visualizzazione dei carichi (elettrodomestici) e consumi, diffusione sonora, videocitofonia (anche con segreteria videocitofonica), videocontrollo, antifurto.
L’utilizzatore può scegliere di gestire l’impianto per funzioni (ad esempio, termoregolazione, automazione luci, ecc.), per locali (cucina, soggiorno, cameretta, ecc.) o per preferiti (attività predefinite scelte dal cliente di norma in relazione a quelle maggiormente utilizzate) e ricevere notifiche in tempo reale, per un monitoraggio costante dei locali.
L’attivazione al servizio MyHome Web da parte dell’utilizzatore è completamente online con pochi semplici passaggi, a fronte della sottoscrizione di un contratto.
Il Pacchetto Base, completamente gratuito, consente di controllare la maggioranza delle funzioni di un impianto. Il Pacchetto Energy consente di accedere da remoto alle funzioni di Termoregolazione ed Energy Management. Il Pacchetto Security, infine, permette di accedere alle funzioni avanzate relative ad antifurto e videocontrollo.
I pacchetti Energy e Security sono in prova gratuita per 6 mesi e, qualora si desideri continuare a utilizzarli, sono disponibili al costo di 15 euro/anno ciascuno.
TIM Home Connect: su misura per la domotica
Una delle caratteristiche fondamentali quando si installa un impianto domotico o antifurto è quella di comunicare al proprietario dell’abitazione o dell’attività commerciale eventuali tentativi di intrusione, problemi all’impianto ecc. o di impostare gli scenari di comfort desiderati tramite gli impianti di riscaldamento smart.
Per questo la maggior parte dei dispositivi sono dotati di un combinatore GSM in grado di inviare messaggi, e-mail o persino chiamate telefoniche per avvisare chi di dovere.
Il collegamento con il Wi-Fi casalingo è un’ottima opzione, ma rischia di rivelarsi un problema in caso di sabotaggio della linea telefonica fissa (condizione non rara in caso di intrusione di malintenzionati).
Fino a oggi, quindi, gli utenti si sono affidati alle classiche SIM dei principali operatori, che però hanno offerte pensate per una utenza “umana”, ovvero con minuti, sms e traffico dati decisamente sovradimensionato – anche nel costo – per l’attività legata a un allarme antintrusione o al comando di una caldaia.
TIM ha recentemente proposto TIM Home Connect, una offerta pensata per essere utilizzata nei dispositivi domotici presenti nella casa, la cui gestione prevede appunto l’utilizzo di una SIM.
L’offerta, rinnovabile ogni 30 giorni, prevede un traffico di 20 minuti di chiamate, 100 MB di traffico Internet e 100 SMS verso qualsiasi operatore: più che sufficienti per gestire i moderni impianti antifurto, le caldaie o altri sistemi di domotica.
L’eventuale superamento della soglia dati prima della scadenza dei 30 giorni comporterà una riduzione della velocità di navigazione a 32 Kbps fino al rinnovo successivo e senza costi aggiuntivi: una condizione comunque compatibile con l’ambito di utilizzo della SIM.
TIM Home Connect è attivabile a un costo estremamente contenuto, pari a 3 euro/mese.
TIM ha però pensato anche a una serie di pacchetti per ridurre ulteriormente i costi: quello da 12 mesi, infatti, ha un costo di 24 euro (2 euro/mese), mentre il pacchetto da 24 mesi ha un costo di 36 euro (1,50 euro/mese). Inoltre, attivando il pacchetto da 24 mesi, si eviterà anche il classico problema del dover effettuare la ricarica ogni 12 mesi per evitare che scada il numero.
Casa: aumentare il risparmio energetico grazie alla domotica
Da qualche anno a questa parte si continua a fare riferimento in maniera sempre più frequente al tema della domotica, scorgendo all’orizzonte un potenziale enorme sviluppo in merito alle sue applicazioni come potente strumento tecnologico per il controllo degli impianti e nella gestione degli elettrodomestici.
Un settore, quello della domotica, che può contribuire ad apportare un notevole contributo al miglioramento dell’efficienza energetica all’interno delle abitazioni, opponendosi in qualche modo alla crisi del settore edilizia concretizzatasi negli ultimi 5-6 anni. Secondo i dati ISTAT il numero complessivo delle abitazioni (nuove ed ampliamenti) per le quali è stato concesso il permesso di costruire, dopo il picco del 2005 (305.706 unità), evidenzia una progressiva e intensa caduta a partire dall’anno successivo e, nel 2014, il numero di concessioni di edilizia abitativa stimato dall’ANCE è di circa 5mila unità con una flessione complessiva che supera l’80%. Si tratta di uno dei livelli più bassi mai raggiunti, inferiore, escludendo gli anni del secondo conflitto mondiale, al 1936.
Domotica ed efficienza energetica
Gli investimenti in riqualificazione del patrimonio abitativo, che rappresentano nel 2015 il 37% del valore degli investimenti in costruzioni, sono l’unico comparto che continua a mostrare una tenuta dei livelli produttivi.
Rispetto al 2014, per gli investimenti in tale comparto, si stima una crescita del 2% in termini reali. L’aumento stimato per il 2015, pari a circa 1,8 miliardi di euro, è imputabile al potenziamento fino a dicembre 2016 della proroga degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie e per l’efficientamento energetico. Gli investimenti nel recupero abitativo (manutenzioni straordinarie) mantengono incrementi significativi rispetto alle nuove costruzioni che invece continuano a sentire dal 2008 gli effetti della crisi economica.
In un’ottica complessiva risulta interessante notare come in base ad una indagine compiuta dall’ANCE nel 2014 presso le imprese associate (al fine di comprendere come sta evolvendo il mercato dell’efficienza energetica e il ruolo che le aziende di costruzioni stanno ricoprendo nella riqualificazione degli immobili esistenti) sia stato confermato un ampio interesse da parte delle imprese associate verso la realizzazione di immobili residenziali green: la percentuale di nuovi edifici realizzati nel biennio 2012-2013 in classe energetica A (< 15 kWh/m2 annuo equivalente a 1,53 metri cubi di gas metano/m2 annuo) o B (< 30 kWh/m2 annuo, equivalente a 3,06 m3 di gas metano/m2 annuo) è significativamente superiore al 50%, e lo stesso si può dire per le nuove iniziative partite nel 2014.
Smart Home & Building: prospettive per il presente
In tale direzione si capisce perfettamente che le imprese più competitive siano quelle che hanno saputo investire nel know-how tecnologico: il contenuto tecnologico delle aziende è dato dalla ricchezza dei saperi a disposizione, dalla capacità di fornire soluzioni tecnologicamente avanzate che permettano di conseguire i risparmi energetici pianificati per la clientela. Dal lato della domanda, è necessario aumentare la conoscenza e la consapevolezza nell’uso dell’energia, in quanto è problematico far cambiare le abitudini delle persone con l’obiettivo di ridurre i consumi.
Ciò ci conduce alla esponenziale crescita che sta investendo la cosiddetta “Smart Home & Building”: il 46% dei proprietari intende acquistare prodotti per la casa intelligente, soprattutto per sicurezza o risparmio energetico, che con applicazioni di videosorveglianza, sistemi di antintrusione e di telecontrollo degli impianti di climatizzazione e riscaldamento rappresentano l’8% degli oggetti e il 23% del mercato. Allineando tali dati è perfettamente comprensibile come la domotica, nata per migliorare il comfort di vita nei nostri alloggi, possa oggi trasformarsi in uno strumento potente per ridurre in modo significativo i consumi di energia.
Domotica, un 2015 dai grandi numeri
Com’è andato il 2015 per il settore della domotica? I dati sono estremamente positivi: circa 440 milioni di euro di fatturato complessivo stimato secondo gli analisti nazionali. Ma altrettanto buoni sono anche i dati relativi al panel del gruppo Hut di Assodel relativi all’ultimo trimestre e al consuntivo del 2015. C’è grande movimento, sicuramente grazie all’Ecobonus, esteso nel 2016 agli impianti di home automation, ma anche alle novità tecnologiche, a una sottile ma percepibile ripresa delle nuove costruzioni, e alla riconferma della centralità del mercato delle riqualificazioni e ristrutturazioni di vecchi edifici. Una ristrutturazione che resta senza dubbio centrale nel business di ogni azienda e di ogni professionista.
Emerge inoltre, ancora una volta, la centralità dell’installatore, figura chiave del mercato che Smart Hut vuole sottolineare con un ambizioso progetto di formazione e qualificazione, in collaborazione ENEA, all’interno del progetto Bricks, per la costruzione di un percorso nazionale ed europeo per la certificazione degli installatori di impianti domotici, ovvero gli smart home specialist. Le direttive europee spingono verso la formazione per riqualificare nuove figure professionali, come nel caso degli installatori.
Ad Hut come gruppo, il compito di unire le forze per promuovere la qualificazione di queste figure professionali, anche tramite il successo dei Roadshow della domotica (prossime tappe Bergamo il 5 maggio e Bologna il 23 giugno). Agli installatori, nel frattempo, la possibilità di profilarsi per valorizzare la proprie competenze “smart” ed entrare nel network che porterà a questa certificazione.
Il Panel cresce e segna un +22,9%!
Oggi il consolidato proviene da un panel di aziende ampio e significativo, che conta ben 68 milioni di euro di fatturato e una crescita del 22,9% nel 2015 rispetto al 2014.
Il quarto trimestre 2015, in particolare, ha chiuso con un +31,5%, impennata dovuta alle ottime performance di alcune aziende. Passando alle singole componenti del mercato domotica, il business legato al filato sia ancora imprescindibile, con uno share del 55,5%. Il wireless tuttavia cresce rispetto alla precedente indagine e si attesta al 41,5%, delineando di fatto una dicotomia sempre più percepibile tra specialisti del filato e specialisti del wireless.
Nuove costruzioni: qualcosa si muove.
Quanto ai settori applicativi, svetta il residenziale, che copre l’88% del mercato di azione del panel Hut, rispetto al 12% del segmento retail. La percentuale di fatturato delle nuove costruzioni, 47,2%, denota un segnale positivo in un comparto strutturalmente in crisi. Un dato che, si spera, ci proietta in un secondo semestre più vitale per il settore del nuovo, e, di conseguenza, in più business per le aziende e i professionisti della domotica.
Altre interessanti indicazioni ci vengono fornite dagli attori del mercato: il fatturato legato al business con gli installatori è al 59,7%. L’installatore resta il padrone del mercato, mentre il system integrator genera il 23,3% del guadagno. Anche in questo caso però valgono le specializzazioni produttive delle singole aziende.
A livello di canali di vendita, la distribuzione copre il 65,1% del fatturato, e la vendita diretta il rimanente 34,9%.
L’integrazione domotica è una realtà!
Tutti gli indici che indicano la realizzazione di impianti integrati sono aumentati, segno che la convergenza digitale sta davvero prendendo piede. I dati presentati da Hut rappresentano quindi una risposta anche a chi realizza l’integrazione concretamente. Vediamo come nelle percentuali seguenti:
- Impianti domotici che integrano smart lighting: 59,2%
- Impianti domotici che integrano sicurezza e video sorveglianza: 46%
- Impianti domotici che integrano audio/video: 11,4%
Ulteriori informazioni e aggiornamenti sul sito di Smart Hut.
Il sistema di illuminazione Philips Hue si evolve
L’applicazione per gestire il sistema di illuminazione “intelligente” di Philips passa alla versione 2.0 fornendo nuove interessanti funzioni e offrendo il massimo della versatilità poiché compatibile con le principali piattaforme di domotica come Apple HomeKit, Samsung SmartThings, ecc. Le interessanti opzioni introdotte sono: “Stanze” con cui è possibile controllare contemporaneamente le luci di un determinato ambiente o di una zona specifica della casa selezionando il gruppo di lampadine che si trovano nell’area che intendiamo gestire; “Attività quotidiane” che propone quattro principali tipi di luce bianca: concentrazione, lettura, relax ed energizzante (si può attivare anche la modalità Risveglio e Luce notturna); “Scene” permette di creare l’atmosfera perfetta, infatti selezionando una foto dalla galleria del telefono Philips Hue estrarrà la palette di colori dall’immagine scegliendo automaticamente cinque sfumature, tra 16 milioni di tonalità disponibili. Con Philips Hue gen 2 è anche possibile gestire da remoto l’intero sistema di illuminazione della casa grazie alla funzione “A casa e fuori casa”, potremo dunque controllare se abbiamo spento le luci direttamente dallo smartphone e se attiviamo la geolocalizzazione le luci potranno accendersi autonomamente quando entriamo in casa o spegnersi quando lasciamo la nostra abitazione.
CES 2016, per Samsung la priorità è l’Internet delle Cose
Dal 6 al 9 Gennaio 2016 si è svolto a Las Vegas il CES (Consumer Electronic Show), ovvero la fiera internazionale dell’elettronica, che ha visto presenti in quasi 230.000 metri quadri la presenza di oltre 3.800 espositori e ben oltre 170.000 professionisti del settore.
I principali keynote di questo CES si sono focalizzati sulle self-driving cars e le auto connesse, i droni di ultima generazione e i visori per la Realtà virtuale (VR), intanto i vendor di Pc hanno mostrato i nuovi ibridi 2-in-1 e i Chromebook. Fra le nuove Tv spicca l’Oled da 98 pollici di Lg, fra i dispositivi per la smart home, ha suscitato stupore il frigo intelligente di Samsung.
Proprio il gruppo coreano lo scorso anno aveva lanciato l’annuncio che in cinque anni tutti i suoi prodotti sarebbero nati già connessi alla Rete mentre quest’anno ha mostrato sullo stesso palco i progressi fatti, portando sotto i riflettori i partner che stanno aiutando la multinazionale a fare dell’IoT una realtà a portata di mano.E uno di questi prodotti che Samsung presenta per il futuro e che ha suscitato molto stupore è Family Hub, il frigorifero con display che suggerisce ricette, vedere filmati e musica in streaming, fare la spesa, tutto direttamente dal frigorifero e grazie all’app Groceries, la prima app per frigoriferi, sviluppata da Samsung e Mastercard.
Il frigorifero (enorme) ha una apertura a due porte french door ed è dotato di tre fotocamere che riprendono costantemente l’interno, per permettere così all’utente di controllare cosa c’è e cosa manca, eventualmente anche da remoto grazie al tablet o allo smartphone. Non solo. Ad ogni chiusura delle porte viene scattata una foto dell’interno che viene poi visualizzata anche sul grande display posto all’esterno del frigorifero, e proprio sul maxischermo è possibile anche memorizzare promemoria digitali (ad esempio per ricordarsi anche di consumare i prodotti che si stanno conservando), visualizzare il calendario di famiglia, postare foto direttamente dallo smartphone o tablet, ascoltare musica o vedere filmati in streaming ed eventualmente (inizialmente il servizio sarà lanciato solo da due fornitori a New York: FreshDirect e ShopRite) acquistare prodotti direttamente online. Tutti i membri della famiglia potranno inserire l’ordine dei prodotti da acquistare, ma solo uno potrà autorizzare l’evasione dell’ordine ed il relativo pagamento.
Samsung al momento non ha ancora comunicato tempi di arrivo in Italia o il prezzo ufficiale per il nostro mercato, ma il prezzo per gli Stati Uniti è di circa 5.000 dollari.
Ma Samsung non ha mostrato solo FamilyHub. Nel corso di una dimostrazione congiunta con Terry Myerson (vice presidente esecutivo in Microsoft della divisione device di Windows), Windows ha annunciato una partnership con Samsung sempre sul tema IoT ed ha avuto modo di mostrare (sull’annunciato tablet Galaxy TabPro S che monterà Windows 10) l’integrazione dell’assistente vocale Cortana con l’ecosistema Samsung SmartThings dedicato alla domotica.
Ad un semplice quesito verbale il PC può rispondere interrogando gli elementi della casa ed informando gli utenti sulla durata rimanente del ciclo di lavaggio, sull’utilizzo dei singoli elettrodomestici, su eventuali anomalie nei consumi energetici, e così via.
L’obiettivo di Samsung in sostanza è di rendere il più possibile connessi i dispositivi più disparati, dal settore commerciale, industriale e privato e continuare così a far crescere il fenomeno dell’Internet delle Cose.