Viv, ecco come funziona su iPhone il competitor di Siri
Viv, la cugina di Siri, è destinata a rivoluzionare il modo con cui interagiamo con gli assistenti virtuali. Perché è unica nel suo genere: è in grado di programmare se stessa.
Creata da Dag Kittlaus e Adam Cheyer, i papà di Siri prima dell’acquisizione da parte di Apple, Viv è molto di più e potrebbe rivoluzionare la nostra vita. Dal palco dell’evento Disrupt NY, ieri, Kittlaus ha mostrato le potenzialità della tecnologia. Su un iPhone.
Prima è partito con una domanda molto semplice: “com’è il tempo oggi?” ma quelle successive metterebbero in crisi Siri, Google Now e Cortana messi assieme: “Pioveva a Seattle tre mercoledì fa?” e ancora “Sarà più caldo di 21 gradi al Golden Gate Bridge dopo le 5 di dopodomani?” E in nessun caso ci sono stati tentennamenti o errori.
Tra gli esempi fatti, Viv dovrebbe essere in grado di prenotare dietro un’unica richiesta un tavolo al ristorante e i biglietti al cinema, analizzando prezzi, offerte e disponibilità per ottimizzare al meglio la riuscita del proprio compito.
Per funzionare, Viv avrà comunque bisogno di app esterne come Uber, Florist One, SeatGuru, ZocDoc e Grubhub, con l’obiettivo di portare a bordo nei prossimi tempi un numero crescente di partner. La nuova intelligenza artificiale potrà in futuro essere integrata in dispositivi collegati a Internet come automobili e televisioni, aiutando così gli utenti a percorrere un determinato tragitto o a scegliere i programmi televisivi da guardare.
L’obiettivo finale di Viv secondo Dag Kittlaus sarà quello di offrire agli esseri umani un modo per interagire naturalmente con gli assistenti virtuali, dando la possibilità d’intrattenere conversazioni come se si avesse davanti un essere umano. Lo stesso obiettivo era in realtà anche quello di Siri, ma all’epoca dell’acquisizione Steve Jobs decise di cambiare alcune cose che facevano parte della visione dei due fondatori.
Dyamic Program Generation
La particolarità di Viv sta tutta nella tecnologia chiamata dynamic program generation; in pratica, dopo aver suddiviso la richiesta dell’utente in sotto-richieste e averle comprese tutte, è Viv a programmare se stessa per risolvere il quesito. Una macchina genera il codice macchina che le serve per portare a termine il compito.
Dal punto di vista degli sviluppatori, ciò significa che possono implementare nuove feature con Viv in pochissimo tempo; la maggior parte della programmazione, infatti, alla fin fine la porta a termine l’assistente virtuale stesso.
Si tratta di roba scottante, talmente interessante che Facebook e Google hanno già avanzato richiesta di acquisizione; a Cupertino, invece, per il momento tutto tace. Le implementazioni pratiche, comunque, arriveranno più in là nel corso dell’anno e non vediamo l’ora.